Nuovo video sul mio canale YouTube: tra scorci coloratissimi e un panorama molto suggestivo, vi porto in cima al Monte Tersadia, a 1950 metri d’altezza.
Cosa ne pensate? Se vi va, fatemelo sapere con un commento, sarò molto felice di rispondervi.
Dopo immemore tempo, sono tornato con un nuovo video su YouTube. Questa volta arriveremo assieme sulla vetta del monte Messer (2.230 mt), situato in Veneto in provincia di Belluno.
Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate di questo video con un commento. Per me sarà un piacere leggere e poi rispondere.
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Jôf di Montasio – via normale con scala Pipan 🧗♂️⛰️
Dopo un paio d’anni dal primo tentativo, ho finalmente raggiunto la cima del monte Montasio! Nel video tutti i dettagli di una splendida escursione per la via normale, scala Pipan e vetta!
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Ciao a tutti, se avete piacere, potete guardare il nuovo vlog che ho caricato sul mio canale YouTube. Vi mostrerò come salire e scendere sul monte Cuarnan percorrendo l’anello da Montenars seguendo i percorsi CAI 715 e 714. Buona visione!!
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Salve Amiche e Amici, dopo qualche tempo ho finalmente pubblicato un nuovo video suo mio canale YouTube.
Se vi va, date un’occhiata, nel video vi mostrerò come salire e poi scendere dal Veliki Rob, un monte in Slovenia alto 1237m a soli 15 minuti d’auto da Gorizia.
Buona visione e fatemi sapere che ne pensate con un commento, mi farà piacere leggere e poi rispondervi!!
Triglav da Pokljuka – Escursione sul Triglav in giornata
Prima di iniziare faccio una premessa…
Andar per montagne è un’attività che generalmente non andrebbe fatta in solitaria. Oltre ad essere uno di quei consigli che “fa bello” condividere con gli altri, è anche una grande verità di cui ci si rende conto quando, durante un’escursione, si devono affrontare diverse situazioni in cui il supporto, l’aiuto o anche soltanto la presenza di uno o più compagni d’avventura potrebbe fare la differenza.
Tuttavia può capitare anche che in montagna ci si debba andare in solitaria, magari perché non si vuole rinunciare alla propria escursione nonostante non ci siano altre persone con cui andare o perché non coincidono le proprie giornate libere con quelle degli amici.
Per questo preferisco essere molto chiaro già dal principio: andare sul Triglav in solitaria e in giornata partendo da Pokljuka è un’impresa veramente folle. Prima di partire potevo solo immaginarlo ma adesso posso anche assicurarvelo. Comunque, una volta preso atto di ciò, iniziamo a preparare gli zaini e continuiamo la lettura perché ne varrà la pena.
Ferragosto sul Triglav
Uno scorcio caratteristico del sentiero per il Triglav
Chi mi conosce bene può confermarlo: prima di andarci ho puntato il Triglav per almeno tre anni, ho fatto ricerche su internet, chiesto pareri a diversi appassionati di montagna, osservato parecchie foto del monte Tricorno, fatto diverse escursioni su alcuni monti più accessibili per fare allenamento e stressato gli amici con racconti e aneddoti di chi, prima di me, c’era stato.
Dopotutto la vetta più alta della Slovenia ha sempre avuto un fascino misterioso su di me, un po’ perché più alta di lei qui intorno non ce ne sono e un po’ perché mi piacciono le sfide al limite in cui posso mettere alla prova le mie capacità.
La svolta per decidermi ad affrontare il Triglav però, come spesso accade, è arrivata inaspettata. Precisamente mi trovavo in compagnia di un amico alle pendici del Montasio e avevamo appena finito l’escursione sulla ferrata Leva. Nel mentre recuperavamo le forze, in attesa di ripartire verso casa, ho avuto modo di fare quattro chiacchiere con una ragazza slovena che aveva appena finito anche lei un’escursione.
Come sempre accadeva, quando mi trovavo a parlare di montagne con qualcuno, ho chiesto anche a lei se avesse mai completato l’escursione sul Triglav. Diversamente dal solito però le sue informazioni mi sono tornate molto utili, infatti per la prima volta qualcuno parlava di un percorso, tecnicamente facile ma molto lungo, che partiva da Pokljuka e arrivava fino in cima a Tricorno.
Da quel giorno in poi ho intensificato le ricerche e “googlando” l’internet sono risalito ad alcuni siti web che parlavano dell’itinerario possibile per salire sul Triglav. Da lì a poco arrivò anche la decisione: a ferragosto sarei salito in giornata sul Triglav da Pokljuka.
Un’idea folle… ma tremendamente bella
Inizia l’avventura sul Triglav…
La scelta di ferragosto è stata praticamente obbligata, poiché non avevo altri giorni completamente liberi ed anche il meteo era assolutamente favorevole, con previsioni che davano sole pieno tutto il giorno. Così, con l’arrivo del fatidico giorno, dopo l’inusuale sveglia alle 04:00 di mattina, iniziò un’idea folle… ma tremendamente bella.
Per raggiungere Pokljuka ho impiegato all’incirca due ore e mezza, il buio e le strade sgombre sono state la mia miglior compagnia per un viaggio che tutto sommato non è stato troppo pesante. Un unico intoppo l’ho trovato in corrispondenza dell’incrocio per “Bohinj” e “Sk. Loka”, la strada che avrei dovuto seguire era bloccata per lavori e l’unica alternativa possibile era una deviazione che mi ha portato lungo strade alquanto impervie e mal segnalate. Un preludio di quanto avrei poi affrontato sul Triglav? Probabile, ma non volevo far altro che continuare.
Dopo l’ultima oretta di auto sono arrivato in prossimità dell’imbocco del sentiero che mi avrebbe portato sul monte più alto delle Alpi Giule, ho parcheggiato l’auto e ho iniziato a salire. Ora di partenza le 07:00 spaccate.
Il primo tratto di cammino è veramente suggestivo, si passa da un’area completamente boscosa ed un sentiero fatto prevalentemente di radici degli alberi circostanti ad un’altra area dove si cammina fra una malga e decine di mucche libere di pascolare su un grande prato erboso.
Dalla malga in poi si inizia a salire, il sentiero tira su dritto senza troppi fronzoli fino ad arrivare al primo vero punto cruciale dell’escursione: la sella da cui seguire le indicazioni per il Vodnikov Dom, il primo rifugio che poi incontreremo lungo il percorso. Fino a questo punto l’escursione, oltre ad essere abbastanza faticosa è anche molto divertente ed appagante dal punto di vista paesaggistico.
Vodnikov Dom
Si procede camminando lungo un sentiero stretto e ghiaioso che costeggia il monte Tosc fino ad aggirarlo completamente e che nel giro di un’ora e mezza ci porta al secondo punto cruciale dell’escursione: il rifugio Vodnikov Dom, dov’è possibile rifocillarsi brevemente per reintegrare i liquidi persi con il sudore.
Con lo zaino sulle spalle, è bene procedere di buon passo poiché il sentiero è ancora lungo ed il sole si mangia le ore. Dal rifugio in poi c’è uno dei tratti più belli dell’intera escursione, si cammina a metà fra paesaggi boschivi ed altri lunari dove la vegetazione stenta a crescere rigogliosa.
Seguendo i tipici cerchi bianchi e rossi che indicano il percorso si procede fino al terzo punto fondamentale dell’escursione: la scelta del percorso per salire fino al Triglavski Dom, il rifugio più vicino alla vetta della regina della Alpi Giulie.
Attenzione al percorso da scegliere: per il Triglav tenere la sinistra
Proprio in questo tratto ho commesso un errore e ho sbagliato percorso, allungando non di poco il già lungo tragitto. Insomma, ho imparato a mie spese che, quando si arriva in prossimità del segnale “Triglavski Dom 1h 30min”, è bene tenere la sinistra e non avventurarsi come ho fatto io per un sentiero sulla destra, che poi giunge ugualmente all’obiettivo finale ma soltanto dopo un ghiaione veramente aggressivo e circa 15/20 minuti di cammino in più (che in salita ripida non sono affatto pochi).
Da questo punto in poi la salita, al di là del mio errore di percorso, è veramente decisa e sale senza interruzioni fino al rifugio Triglavski Dom. L’unica possibilità che si ha, è quella di continuare a salire senza avere troppi dubbi. Determinati, fino alla fine.
Triglavski Dom
Dopo l’interminabile salita c’è il quarto punto cruciale dell’escursione, e sono due le cose che saltano immediatamente all’occhio: il Triglavski Dom e la vetta del Triglav, quest’ultima appare tozza e irregolare ma si perde a vista d’occhio fra le nuvole, celando una “sorpresa” ai principianti che la scoprono per la prima volta. Ve ne parlo più avanti.
Appena recuperate le energie inizia l’ultimo tratto della salita, qui c’è il pezzo tecnicamente più arduo ed è assolutamente consigliabile procedere con casco ed imbraco. In sostanza si sale verticalmente lungo le pareti del Triglav, aiutandosi con spuntoni e passamano metallici che agevolano l’ascesa. La difficoltà principale sta nel fatto del dover prestare molta attenzione alle decine di persone che affollano la salita poiché, soprattutto nel giorno di ferragosto, il Triglav è una meta molto ambita.
Nel mio caso ciò che più di tutto mi aiutava durante questo tratto di salita era la convinzione di star risalendo la cima del Triglav e quindi, anche se leggermente esausto, riuscivo a mantenere una buona andatura di risalita poiché ero convinto di avercela quasi fatta.
Il “Mali Triglav” dall’alto e piccolissimo sul fondo il Triglavski Dom
Tuttavia la regina della Alpi Giulie, come poc’anzi scrivevo, riserva un’amara “sorpresa” ai novizi che la scalano per la prima volta. Difatti, prima della vetta vera e propria, bisogna raggiungere il “mali Triglav” ovvero il “piccolo Triglav”. Tuttavia approcciando alla salita dal rifugio non ci si rende conto che il percorso è suddiviso in due tratti e, una volta preso atto di ciò, occorre davvero buona resistenza fisica e mentale per superare l’ultima e più insidiosa parte dell’escursione.
Una volta arrivati in cima, ci si rende conto di avercela fatta quando tutto attorno appare un paesaggio da favola e che regala un punto di vista privilegiato per osservare dall’alto ogni cosa nell’arco di chilometri. Nel caso poi il cielo sia anche terso non credo vi sia posto migliore per scattare splendide fotografie alla Alpi Giulie e alle catene montuose circostanti.
La discesa, i saluti e la soddisfazione
Sulla vetta del Triglav, stanco ma felice
Dopo essermi fatto una foto ricordo affianco alla casetta di vetta, in cui si può trovare riparo nel caso di un temporale imprevisto, ho iniziato la discesa alle 13 e 30 con la consapevolezza di dover tenere un passo spedito e regolare per evitare di trovarmi a girovagare per i boschi col buio. Scenario che, ve lo dico fin da ora, sono stato bravissimo ad evitare.
Una volta lasciato alle spalle la vetta del Triglav ed essere arrivato al ghiaione in prossimità del rifugio Triglavski Dom ero molto più tranquillo. Stanco ma tranquillo. Da lì in poi la discesa l’ho affrontata molto serenamente, senza intoppi e senza pensare né alle nuvole che avvolgevano la parte alta della montagna né alla fatica che, dopo otto ore di cammino, si faceva sentire soprattutto nelle gambe.
Così ho ripercorso a ritroso il medesimo sentiero dell’andata, in alcuni tratti era tutto più leggero mentre in altri mi sembrava di non farcela, ma alla fine ci sono riuscito. Alle 19:00, minuto più o minuto meno, ero nuovamente in prossimità del parcheggio dove avevo lasciato l’automobile. Ero stanco, stanchissimo, ma felice… e mi restavano ancora tre ore di auto per tornare a Gorizia.
Monte Triglav da Pokljuka, alcuni numeri in conclusione…
Casetta parafulmini sulla vetta del Triglav
12 ore di camminata pressoché ininterrotte che possono essere riassunte in: 3.048 metri di dislivello totali, 24,7 km totali di cammino, paesaggi mozzafiato, qualche centinaio di “dober dan”, un percorso attrezzato che per un novizio può sembrare una trappola ad alta quota, emozioni a non finire, un paio di “ma chi me l’ha fatto fare?!” e la soddisfazione di aver vinto una piccola sfida con me stesso.
In conclusione questo è il resoconto della mia escursione sul monte Triglav, un’esperienza davvero bella che in alcuni tratti mi ha portato a superare alcuni miei limiti e che per questo sono contento di aver fatto e di avervela potuta raccontare su questo blog.
Fatemi sapere quali sono le vostre escursioni preferite con un commento e, se vi va, scrivete anche cosa ne pensate di questo articolo. Sarà un piacere per me leggere e poi rispondervi. Prima di salutarci vi invito a condividere con i social questo articolo e a mettere“Mi piace” alla mia pagina Facebook. Un caro saluto e a presto.
Monte San Gabriele (Škabrijel): passeggiata fra natura, cultura e le trincee della Grande Guerra
Il monte San Gabriele (o Škabrijel in sloveno) è un monte del territorio goriziano che offre la possibilità di una splendida passeggiata fra natura, storia e le trincee della Grande Guerra.
In passato ho già scritto alcune impressioni a riguardo di questo monte sul blog (Monte San Gabriele (Škabrijel): visita e info), tuttavia ho realizzato un nuovo video della passeggiata per illustrare dettagliatamente i passaggi, i sentieri e le varie stradine da seguire per completare facilmente il percorso.
Una fra le particolarità del monte San Gabriele sta sicuramente nel fatto che, rispetto al vicino Sabotino, è molto boscoso ed offre pochi punti panoramici. Per questo motivo, proprio sulla sommità del monte, è stata costruita un’altissima torre di metallo da cui è possibile godere del panorama tutto attorno: dalle Prealpi Giulie fino al mare del Golfo di Trieste.
Sul San Gabriele si trovano diverse trincee, reperti e monumenti dedicati alla prima guerra mondiale che sono fruibili al pubblico ed è davvero singolare camminare fra le trincee che i soldati austroungarici e italiani utilizzarono durante la Grande Guerra.
Non mi dilungo oltre e ti invito a guardare il nuovo video della mia passeggiata sul San Gabriele, con le informazioni necessarie per fare un bel giro e godersi tutte le bellezze che il monte ha da offrire. Non dimenticarti di iscriverti al mio canale YouTube!
Monte San Gabriele / Škabrijel, in conclusione…
…cosa ne pensi di questo nuovo video? Quali sono le passeggiate o gli itinerari che più ti piacciono quando vai a camminare?
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Ho fatto una nuova ed entusiasmante escursione in montagna. Quanta voglia avevo di tornare a camminare sui sentieri del Monte Nero in Slovenia? Davvero tantissima e infatti lo scorso 20 luglio ho approfittato di una giornata libera per andarci!
Anche nel Luglio dello scorso anno avevo raggiunto la vetta Monte Nero (puoi leggere l’articolo dell’esperienza qui: Monte Nero (2245m), escursione fino alla vetta del Krn), questa volta però ho percorso un itinerario differente e del tutto nuovo per me.
Una volta raggiunta la località di Planina Kuhinja, nei pressi dall’abitato di Krn, proprio alle pendici del monte, si inerpica un sentiero contraddistinto da bolli rossi e bianchi che segnalano tutto il tragitto.
Monte Nero, primo paesaggio
La camminata è davvero piacevole, vi sono diversi scorci molto suggestivi e non presenta grandissime difficoltà. Effettivamente occorre almeno avere un buon allenamento poiché la pendenza, soprattutto nei primi tratti, è molto elevata.
In poco più di tre ore di cammino si giunge al rifugio Gomiskovo Zavetisce (2182 mt). Dal rifugio in poco più di dieci minuti si arriva fino alla vetta (2245 mt) da cui è possibile ammirare un favoloso panorama in caso di cielo sereno.
Per la discesa ho seguito lo stesso percorso fatto all’andata e in due ore e mezza sono arrivato nuovamente al parcheggio dove avevo lasciato l’automobile. Nel complesso è stata un’escursione bellissima, che mi sento di consigliare a tutti ma ricordando di prestare sempre la dovuta attenzione.
Sulla vetta del Monte Nero – Krn (2245 m) slovenia
Conclusioni
Qual è un’escursione in montagna o una passeggiata che hai fatto e che ti è particolarmente piaciuta? C’è un luogo, una montagna o un itinerario che ti piacerebbe fare?
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