Artigianato, quale futuro? La parola ai protagonisti: Ornella Sartori – Onoranze Sartori

Artigianato, quale futuro-

Stimate lettrici e stimati lettori, vi do il bentornato alla quarta intervista della serie “Artigianato, quale futuro? La parola ai protagonisti”. In questo nuovo appuntamento andremo ad approfondire la tematica delle attività a conduzione familiare, ponendo particolare attenzione al tema dell’erogazione di servizi.

Artigianato, Ornella Sartori

Ornella Sartori è nata a Gorizia il 25 ottobre del 1967 ed è diplomata in ragioneria. Tutt’oggi porta avanti l’attività fondata da suo padre nel 1957, dove ha iniziato lavorare poco più che ventenne, nel 1987.

Mi racconti la tua esperienza con Confartigianato Gorizia?

Tutto è partito dal fatto che mio papà è sempre stato artigiano e io l’ho semplicemente seguito. Sono davvero contenta di questa scelta, soprattutto negli ultimi anni, perché ho visto che l’Associazione è molto grintosa e porta avanti tante attività.
Fra le mie attività preferite c’è sicuramente “Confartigianato Donne Impresa”, il Movimento promosso da Confartigianato che si occupa di dare le risposte alle specifiche esigenze delle donne artigiane.

La rappresentanza femminile all’interno del comparto artigiano è molto importante, soprattutto per la sensibilità, piuttosto che la specializzazione o la professionalità. Secondo te, quanto e come può influire l’associazionismo femminile in un settore variegato come l’artigianato?

Quando le donne fanno squadra hanno una marcia in più rispetto agli uomini e sono in grado di gestire più cose contemporaneamente. È altresì vero che, oltre al nostro lavoro, dobbiamo pensare anche a tutte le problematiche dell’esser donne: essere mogli, madri o anche essere figlie quando si hanno dei genitori anziani e bisogna accudirli. A tal proposito, con “Confartigianato Donne Impresa” stiamo lavorando molto per dare delle risposte a queste ma anche ad altre problematiche, fra tutte c’è “San.Arti.“, il fondo di assistenza sanitaria integrativa dell’artigianato, nato da un’idea della Presidente nazionale di “Confartigianato Donne Impresa”, Edgarda Fiorini.

Mi racconti quali sono le problematiche principali che trovi nel portare avanti la tua attività?

In questo momento, il problema più rilevante e che frena il lavoro è l’enorme mole di pratiche burocratiche che bisogna disbrigare quotidianamente. Oramai sono quasi 30 anni che lavoro in questo settore e rispetto a quando ho cominciato c’è stato un aumento esponenziale degli adempimenti burocratici a cui dover pensare. Va detto che per risolvere questo problema ci sono varie leggi, sia nazionali che regionali, ma ogni Comune le interpreta a proprio modo, quindi le complicazioni dovute alle svariate interpretazioni, sono infinite. Se ci fosse un unico modulo, valido in tutt’Italia, sarebbe senz’altro meglio.

Secondo te, qual è il valore aggiunto di un prodotto fatto da un artigiano locale rispetto a un prodotto importato dall’estero?

Nel mio caso offro un servizio, però chi invece offre un prodotto, che è direttamente confezionato dall’artigiano, solitamente lo produce dopo anni e anni di lavoro e di pratica. Questo gli permette di confezionare un prodotto di alta qualità, diverso rispetto a quelli importati dalla Cina o dall’India, o da qualsiasi altro posto dove c’è basso valore aggiunto sul prodotto.
Il problema è che le persone non hanno ben chiara questa differenza, bisognerebbe invece fare più pubblicità per far capire che c’è molta differenza tra un prodotto “Made in Italy” e uno che invece non lo è.

Come credi che l’artigianato dovrebbe fronteggiare la crisi economica?

Senza ombra di dubbio bisognerebbe puntare di più sui giovani, su quei ragazzi che hanno voglia e buona volontà, permettendo loro di partecipare alle attività delle aziende e insegnandogli il mestiere. In questo modo si potrebbero tramandare quelle conoscenze e quei mestieri che non possono essere copiati o imparati dopo 5 minuti ma che hanno bisogno di tanta gavetta e di un percorso professionale per essere realmente acquisiti e portati avanti nel tempo.

Come vedi la partecipazione giovanile? Hai delle idee per attirarne qualcuno in più?

In questo momento di crisi la gente ha un po’ paura a investire su un giovane e aspettare che impari il mestiere, questo perché non ci sono più sicurezze, sia nel settore dell’artigianato che nel settore del lavoro dipendente. Al di là di queste considerazioni, solo puntando su una buona pubblicità del comparto artigiano, sarebbe possibile far conoscere il lavoro e avvicinare più giovani, riuscendo magari a portarne qualcuno in azienda.

Se avessi una bacchetta magica, quali sarebbero le prime 3 cose che faresti per l’artigianato in Italia?

Per prima cosa, farei in modo che fra le piccole realtà artigianali e le piccole imprese si creasse una rete, così da aggregare portatori di medesimi interessi che, pur mantenendo la propria autonomia, potrebbero fare tanto, magari anche offrire dei servizi trasversali. La seconda cosa che farei sarebbe una maggiore promozione dell’artigianato locale, attraverso una comunicazione maggiormente strutturata. Come terza cosa, attuerei una strategia che ponga un obiettivo comune.

Un’ultima considerazione?

Credo che in quest’epoca, in cui è importantissimo utilizzare tutta una serie di strumenti tecnologici, come internet, gli smartphone, tablet ecc., sia necessario ritrovare anche il rapporto umano fra artigiano e cliente. In effetti quel rapporto era capace di garantire una certa qualità dell’offerta e ne rappresentava anche il valore aggiunto.

Conclusioni

Dopo aver letto questa quarta intervista della serie “Artigianato, quale futuro? La parola ai protagonisti”, abbiamo effettuato il cosiddetto “giro di boa”. Mi raccomando, continuate a seguire il blog perché ogni martedì e giovedì, pubblicherò una nuova intervista con le opinioni dei protagonisti del comparto artigiano.
Prima di salutarci, vi invito a lasciare un commento con i vostri pensieri a riguardo di quanto avete letto, per me sarà un piacere leggere e poi rispondere. Infine, se questo articolo vi è piaciuto, condividetelo con tutti i vostri amici, ne sarò davvero contento.

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