
Referendum Costituzionale, ecco il report dell’incontro pubblico che ha visto confrontarsi il sen. Alessandro Maran e l’on. Massimiliano Fedriga, divisi da posizioni e orientamenti differenti ma motivati da un unico intento, quello di spiegare ai cittadini le ragioni del sì e del no.
“Un incontro di informazione per consentire alle persone di farsi un’opinione e per meglio comprendere le ragioni del sì e del no, oltreché le eventuali modifiche costituzionali nel caso di vittoria del sì”. Sono state queste le parole di Silvia Paoletti, presidente delle A.C.L.I. di Gorizia, che ha introdotto l’interessante evento che lunedì sera si è svolto nella sala consiliare del Comune di Gradisca d’Isonzo e a cui hanno partecipato diversi ospiti, fra cui: l’on. Massimiliano Fedriga, il sen. Alessandro Maran, l’avv. Pietro Becci e la giornalista Selina Trevisan.
Contenuti della riforma: parliamo di Senato

A fornire un’infarinatura dei contenuti della riforma ci ha pensato l’avv. Pietro Becci, molto attento nel precisare che la riforma non riguarderà i principi fondamentali né la prima parte della Costituzione, ovvero quella dei diritti e doveri dei cittadini. Viceversa, a essere maggiormente interessata dalla riforma è la seconda parte della Costituzione, cioè quella riguardante l’ordinamento della Repubblica.
Parlando di Senato, l’avv. Becci ha illustrato come la riforma modificherebbe l’attuale sistema delle Camere, portandolo da un bicameralismo paritario al bicameralismo differenziato. In sostanza, la modifica del sistema camerale, porterebbe al mantenimento della camera dei deputati e alla creazione di una Senato della Repubblica con funzione di rappresentanza delle autonomie regionali e locali. In tale sistema, solo la camera dei deputati avrebbe le funzioni di voto di fiducia al governo, di indirizzo politico, legislativa e di controllo dell’operato di governo.
Inoltre, nel caso passasse la riforma, il Senato sarebbe composto da novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali (ovvero consiglieri regionali e sindaci, anche se non è ancora stabilito in che modo verrebbero eletti per ricoprire anche l’incarico di Senatore). Per di più, a questi novantacinque, andrebbero aggiunti altri cinque senatori eletti dal presidente della Repubblica, oltre ai senatori a vita divenuti tali prima della riforma costituzionale, ovvero: Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia.
Se da un lato la riforma costituzionale vorrebbe introdurre nel sistema politico italiano un Senato composto da rappresentanti delle istituzioni locali, dall’altro lato vorrebbe cambiare anche il modo di intendere le funzioni di tale assemblea legislativa. Dunque è lecito farsi una domanda: quale sarebbe il ruolo del Senato in caso di vittoria del sì?
Di fatto sarà un Senato “depotenziato”, che non avrà più competenze sullo stato di guerra e sulle leggi di amnistia e indulto. Inoltre, la Camera dei deputati potrà ignorare le eventuali modifiche approvate dal Senato, fatta eccezione nel caso di leggi riguardanti le competenze legislative esclusive delle Regioni o le leggi di bilancio, in questi casi la Camera potrà superare le modifiche volute del Senato soltanto con la maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Riforma sì, riforma no: la parola ai politici

Una volta terminata l’illustrazione dei contenuti della riforma, è iniziato il confronto fra i due rappresentati politici, che hanno motivato al numeroso pubblico presente in sala le ragioni del sì e del no. A moderare il confronto, la giornalista Selina Trevisan della “Voce Isontina“, che ha rivolto diverse domande ai due ospiti della serata. Vediamole in sintesi.
Perché partecipare alla serata?
Fedriga: “da molto tempo il tema della riforma costituzionale viene affrontato soltanto a colpi di spot o di slogan. Dunque, partecipare alla serata vuol dire anche approfondire la tematica e farsi un’opinione propria, fondata su un confronto reale e costruttivo”.
Maran: “esistono diversi esempi in Europa dove è stato avviato un percorso di riforma della costituzione (Germania, Francia e Spagna), anche l’Italia dovrebbe avviare un percorso simile per fronteggiare l’evoluzione dei tempi e della società. Partecipare alla serata può servire ad accrescere la propria consapevolezza sul perché la riforma sarebbe necessaria”.
L’Italia è in grado di sostenere un simile adeguamento della Costituzione?
Maran: “l’Italia è certamente in grado di sostenere l’adeguamento costituzionale previsto dalla riforma, poiché bisognerebbe assolutamente superare il bicameralismo paritario, costituire un Senato delle autonomie e semplificare i rapporti tra lo stato centrale e le periferie del Paese”.
Fedriga: “la riforma, nel caso passasse, introdurrebbe anche la cosiddetta clausola della supremazia razionale. Secondo tale clausola lo Stato potrebbe intervenire per ridisciplinare in modo uniforme le competenze che ancora rimangono alle Regioni, con pesanti ripercussioni anche per il Friuli-Venezia Giulia”.
La rappresentatività del Senato ne risentirebbe nel caso vincesse il sì?
Fedriga: “una vera riforma avrebbe proposto il monocameralismo ed eliminato completamente il Senato. Invece, per come è stata pensata, la riforma creerebbe un grave problema di bilanciamento fra le due camere, che, sommato all’Italicum, darebbe troppo potere nelle mani di un solo segretario di partito”.
Maran: “il calo di rappresentatività verrebbe scongiurato in quanto il nuovo senato sarebbe formato da sindaci e consiglieri regionali, ovvero da soggetti scelti e votati dai cittadini e per questo pienamente rappresentativi”.
Cosa cambierebbe per il Friuli-Venezia Giulia se passasse la riforma?
Maran: “la riforma costituzionale è una grande opportunità, anche perché la potestà primaria della regione Friuli-Venezia Giulia non verrebbe intaccata”.
Fedriga: “in caso di successo del sì, la specialità del Friuli-Venezia Giulia sarebbe a rischio, anche a causa di come è stata scritta la norma, che risulta confusionaria e di difficile comprensione”.
Cosa cambierebbe nella vita democratica dei cittadini?
Fedriga: “la riforma avrebbe senso se favorisse la partecipazione diretta dei cittadini, magari contemplando la possibilità di farli scegliere a riguardo dell’Unione Europea, se rimanere oppure uscire. In più, avrebbe potuto consentire al cittadino di esprimersi anche su materie finanziarie, come per esempio sulla legge Fornero e quindi in materia di pensioni. In sostanza, per la vita democratica dei cittadini sarebbe una pessima riforma”.
Maran: “la riforma aiuterebbe ad allargare le maglie della partecipazione e, nel caso vincesse il sì, la riforma faciliterebbe la formazione di un sistema politico in cui le responsabilità degli esecutivi sarebbero palesi e oggettive, in pratica la riforma spianerebbe la strada a una democrazia decidente”.
Brevemente, tre motivi per cui votare sì oppure no alla riforma
Maran: “affronta questione sospese da tempo, c’è quello che volevamo ci fosse e porrebbe fine ad una lunghissima stagione di inconcludenza riformatrice”.
Fedriga: “dico no a una riforma a tutti costi, no a una riforma che toglie diritto di voto ai cittadini e no a una riforma che toglie i contrappesi di controllo dalle istituzione del nostro Paese”.
Conclusioni
Al di là delle legittime opinioni che ognuno può avere a riguardo della riforma costituzionale, sono molto contento di aver partecipato all’evento e aver ascoltato quali sono le ragioni del sì e del no, per di più motivate da due illustri politici di risaputa esperienza e laboriosità. Per quanto mi riguarda, mi auguro veramente che quanto ho scritto possa essere d’aiuto a quanti, come me, vogliono arrivare preparati al giorno del voto (fissato per il quattro dicembre) in modo da esprimere una preferenza consapevole e convinta.
Prima di salutarci, vi invito a dare un’occhiata alle foto della serata e a lasciare un commento con il vostro pensiero su quanto avete letto. Per me è fondamentale sapere quali sono le vostre opinioni. In più, se vi è piaciuto, condividete l’articolo con tutti i vostri amici, ne sarò veramente contento.
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