La Porticina, escursione “senza confini”

Segnale CAI in direzione Porticina
Direzione “Porticina”

La “Porticina” è uno stretto intaglio sulla linea di confine fra Italia e Slovenia che separa due monti, la Ponza grande dalla Ponza piccola. Sono stato a scoprire uno dei luoghi più suggestivi del Friuli-Venezia Giulia e vi racconto le mie impressioni in un nuovo articolo sul blog.

Domenica 14 agosto, ore sette del mattino, la sveglia suona puntuale, mi alzo senza difficoltà e col pensiero rivolto alla bellissima giornata che si prospettava, finalmente avrei completato un’escursione che avevo in programma già da qualche tempo. Sbrigate le solite operazioni di routine, alle otto, minuto più minuto meno, ero pronto per partire in direzione del lago superiore di Fusine.

Per arrivare al lago sono passato per la Slovenia, partendo da Gorizia ho attraversato tutta la valle dell’Isonzo (Tolmino, Caporetto, Plezzo) fino a raggiungere il passo di Predil e la Strada Statale 54. Una volta in Italia ho seguito le molteplici indicazioni per i laghi di Fusine. Il viaggio è stato tranquillo, eccezione fatta per alcuni brevi tratti di strada particolarmente trafficati a causa di lavori in corso.

Le Cave del Predil

Lungo la strada ho avuto modo di fare una sosta alle “Cave del Predil“, una frazione del comune di Tarvisio nota per le sue miniere di piombo e zinco. Rimaste in attività fino al 1991, le cave hanno sorretto l’economia del paese e la loro chiusura ha provocato una profondissima crisi occupazionale, oltreché un notevole calo demografico che ha portato il paese dai 2100 abitanti del 1968 ai circa 400 abitanti odierni.

Rifugio Zacchi, capanna Ponza e Porticina

Una volta parcheggiata l’automobile nei pressi del lago di Fusine superiore ho intrapreso il sentiero per il rifugio Zacchi. L’itinerario è ben segnalato da numerosi cartelli, per cominciare basta dirigersi oltre il bar “Ai Sette Nani“. Poco dopo aver superato il bar, il percorso presenta un bivio, sulla sinistra il sentiero CAI 512 e a destra il sentiero CAI 513, io ho intrapreso il numero 512, lasciando per il ritorno la più comoda strada forestale 513.

La salita è stata pressoché costante, senza mai risultare troppo impegnativa, ho attraversato la fitta vegetazione del bosco, soffermandomi per scattare qualche fotografia nei pochi punti panoramici o in prossimità di piccoli ruscelli. E così, dopo una piacevole camminata, nel giro di un’ora e mezza sono arrivato al rifugio Zacchi, dove ho consumato un buon pranzo al sacco e riposato qualche minuto. Devo dire che ho incrociato tantissime persone, sia nei pressi del lago che durante la salita fino al rifugio, ma la situazione è radicalmente cambiata nel resto della giornata…

Lasciatomi alle spalle il rifugio, ho intrapreso nuovamente il sentiero 512 e ho iniziato a salire nel bosco, in direzione della capanna Ponza. Da quel punto in poi, fino al ritorno a valle, le persone che ho incontrato le ho contate sulla punta delle dita.

Nel secondo tratto di percorso, la salita è stata leggermente più faticosa ma lo sforzo è stato ricompensato dallo splendido paesaggio che si può osservare dal terrazzo panoramico in prossimità della capanna Ponza, da cui è possibile vedere sia i monti circostanti che il lago superiore di Fusine. Dopo una breve pausa, ho ripreso a camminare e nel giro di qualche minuto sono arrivato alla capanna Ponza, dove riposavano alcuni miei coetanei, provenienti, neanche a farlo apposta, anche loro da Gorizia.

Senza indugiare mi sono diretto alla Porticina, questo ultimo tratto di salita è stato il più duro ma anche il più appagante dal punto di vista paesaggistico e sportivo. Seguendo i tipici bollini rossi e bianchi che segnalano tutto il percorso, ho fiancheggiato per un po’ un piccolo ruscello, attraversato un caratteristico ponte in legno e continuato in salita per quaranta minuti, fra stretti tornanti e ripidi sentieri in ghiaia. Segnalo che nell’ultimissimo tratto è necessario arrampicarsi, nulla di troppo impegnativo ma è bene saperlo nel caso si volesse intraprendere questa escursione.

CAI 513

Dopo essermi riposato qualche istante e aver scattato alcune foto al bellissimo paesaggio circostante, ho cominciato a scendere verso il rifugio Zacchi. Una volta al rifugio, ho ricaricato le scorte d’acqua dalla pratica fontana/abbeveratoio in legno e ho preso il sentiero CAI 513 che, a differenza di quello fatto all’andata, è leggermente più lungo ma anche molto più semplice. Segnalo che lungo questo percorso è possibile vedere anche la “Capanna Ghezzi“. Dalla “Porticina” fino al lago ho impiegato pressappoco due ore e mezza.

Laghi di Fusine

Una volta sceso dalla Ponza, ho fatto una breve visita al lago superiore di Fusine. Rispetto alla mattina, la situazione era molto meno caotica poiché tantissimi turisti avevano oramai lasciato la zona e il tutto risultava più godibile. Nonostante la lunga camminata della giornata, ho comunque fatto una breve passeggiata attorno al lago, soffermandomi qualche momento per rifocillarmi e dare qualche pezzo di pane alla numerosa colonia di anatre lì presente.

Alpen Fest e ritorno

Trovandomi nei dintorni, non ho potuto rinunciare ad una veloce visita serale nel centro di Tarvisio, dove ho scoperto essere in pieno svolgimento l'”Alpen Fest“, una sagra folcloristica con specialità enogastronomiche, animazione e musica dei tre confini. Dopo aver assaggiato un paio di dolci casalinghi, verso le 22:00, mi sono diretto all’automobile per il viaggio di ritorno, che ho affrontato facendo a ritroso il percorso dell’andata.

Conclusioni

Auspico fortemente che queste mie righe possano essere d’aiuto a quanti vorranno intraprendere una bellissima escursione, che mi sento di consigliare a quanti coltivano la passione delle camminate in montagna o vogliono semplicemente passare una giornata all’aria aperta. Mi raccomando però, anche se il percorso non presenta grossissime difficoltà, è bene partire informati sulle condizioni meteorologiche, essere prudenti e rispettare la natura e la montagna.
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