Gorizia. Nuove visite guidate a Palazzo Attems Santa Croce

Dopo i primi cinque appuntamenti dello scorso anno, prenderà il via sabato 11 marzo la seconda edizione di “Arte e tesori in Comune”, una serie di visite guidate a Palazzo Attems Santa Croce di Gorizia.

Sarà possibile visitare gratuitamente l’edificio, antica dimora della famiglia Attems e oggi sede del Comune, e ammirare le opere d’arte e i tesori che lo stesso custodisce.

Il calendario degli appuntamenti è così strutturato:

– sabato 11 marzo “Le nuove donazioni” ;

– sabato 25 marzo “I maestri dell’incisione: da Marangoni a Dugo”;

– sabato 8 aprile “I Ritter a Palazzo”;

– sabato 22 aprile “I Ritter a Straccis” ;

– sabato 29 aprile “La scuola goriziana”;

– sabato 13 maggio “Nella città giardino: il Palazzo e il suo parco storico”.

La visite avranno ciascuna la durata di un’ora e mezza, dalle 10:30 alle 12:00, e saranno tenute da Emanuela Uccello, storica e critica d’arte, funzionario del Comune di Gorizia.

La prenotazione è obbligatoria. In particolare, chi volesse partecipare ad uno o più incontri può contattare la segreteria organizzativa dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore 12:30 ai numeri 0481-383297 e 0481-383287 oppure via e-mail all’indirizzo cultura@comune.gorizia.it.

Si tratta di una bellissima iniziativa culturale, di grande rilievo anche per l’appuntamento con GO! 2025, volta a promuovere e valorizzare l’importante patrimonio storico e artistico di palazzo Attems e dell’intera Città.

Cosa ne pensate? Fatemi sapere la vostra opinione con un commento, vi risponderò molto volentieri!

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Gorizia. Alla scoperta di Palazzo Attems Santa Croce

Visite guidate gratuite al via sabato 22 ottobre

Palazzo Attems Santa Croce, disegnato nel 1740 dall’architetto Nicolò Pacassi e oggi sede del Comune di Gorizia, apre, per la prima volta, le sue porte al pubblico.

Il palazzo sarà infatti protagonista di cinque visite guidate gratuite che si terranno ogni due settimane a partire da sabato 22 ottobre, dalle ore 10:30 alle ore 12:00.

Nel corso di queste visite sarà possibile ammirare le opere d’arte e i tesori custodi all’interno della dimora della famiglia Attems, in cui soggiornarono anche Gioachino Murat, cognato di Napoleone, e l’imperatore Francesco I° d’Austria con la moglie Caterina Augusta.

Le visite

Le visite guidate, che percorreranno i corridoi e le sale del Palazzo, avranno ciascuna una diversa tematica. In particolare:

– Sabato 22 ottobre: “Nobili a Palazzo, dagli Attems ai Ritter”;

– Sabato 5 novembre: “Personaggi illustri nelle Sale di Palazzo Attems: Podestà, Sindaci, uomini di cultura e ospiti”;

– Sabato 19 novembre: “Le donazioni d’arte: Gemma Verzegnassi, Pasquale Krischian e Dora Bassi” ;

– Sabato 3 dicembre: “Le opere svelate di Anton Zoran Music del Palazzo Municipale” ;

– Sabato 17 dicembre: “Artisti goriziani del ‘900: da Tullio Crali a Cesare Mocchiutti”.

Per prendere parte alle visite guidate è necessario prenotare il proprio posto telefonando al numero 0481-383287 o scrivendo una e-mail all’ indirizzo cultura@comune.gorizia.it, entro le ore 12:00 del venerdì precedente alla visita.

Il punto di ritrovo per ogni visita è fissato davanti alla carrozza nell’atrio del Municipio.

Si tratta di una bellissima occasione – per goriziani e non solo – per scoprire il patrimonio storico, artistico e culturale di uno tra i palazzi più antichi della nostra Città, che assume grande rilevanza anche nell’ambito dell’importante appuntamento con la Capitale europea della Cultura 2025.

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Gorizia. Palazzo Attems Santa Croce

🏢 Realizzato nel 1740 sul disegno dell’architetto Nicolò Pacassi, Palazzo Attems Santa Croce ospita attualmente la sede del Comune di Gorizia.

🎲 L’edificio, utilizzato anche come circolo privato per il ritrovo della nobiltà isontina, fu dimora degli Attems fino al 1802, quando passò alla contessa Della Torre in seguito ad una infausta puntata a dadi. Nel 1823 il Palazzo fu acquistato da Johann Christoph Ritter, industriale e commerciante.

📍 A soggiornarvi furono anche Gioachino Murat, cognato di Napoleone e l’imperatore Francesco I d’Austria con la moglie Caterina Augusta.

🗝️ L’edificio subì una serie di importanti modifiche nel tempo. Della struttura originaria rimangono i balconi sulla strada, la loggia ionica sul giardino, la doppia scalinata che porta al primo piano e il parquet della Sala Bianca.

💡 Nel 1907 il Comune di Gorizia acquistò lo stabile, spostandovi da subito gli uffici amministrativi e intorno al 1960 l’attività del Consiglio, che si svolgeva in Corso Verdi.

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Gorizia. Palazzo Attems Santa Croce, storia e architettura

Storia del Palazzo del Comune

Il Settecento fu un secolo molto importante e prospero per la città di Gorizia che divenne il centro della vita mondana, culturale ed economico-politica delle più importanti famiglie dell’Impero. Nel 1740 sul disegno dell’architetto Nicolò Pacassi (1716-1790), all’epoca ventiquattrenne, venne edificato Palazzo Attems Santa Croce. Fu il primo palazzo realizzato dall’architetto per gli Attems, loro dimora fino 1802, quando passò in mano alla contessa Della Torre in seguito ad una infausta puntata ai dadi.

In quel periodo era comune tra i nobili riunirsi in circoli o in società, a scopo politico o semplicemente per trascorrere il tempo libero. A fare da cornice a questi ritrovi erano spesso le eleganti dimore nobiliari degli stessi appartenenti al circolo e il futuro palazzo comunale non fu da meno. Dalle iscrizioni sugli Statuti si evince infatti che Palazzo Attems ospitò “la Nobile Società dei Cavalieri di Diana Cacciatrice e la Colonia Accademica degli Arcadi Romano-Sonziaci”, alla quale prese parte anche il librettista di Mozart, Lorenzo da Ponte. Dal 1795 al 1802 alcune sale del palazzo furono adibite a “Casino Nobile” un circolo privato riservato alla nobiltà Isontina: fu proprio qui che il conte Attems perse ai dadi lo stabile che passò ai Torriani.

Nel 1797 vi soggiornò anche Gioachino Murat, cognato di Napoleone, suo generale e futuro Re di Napoli. Nel 1825 giunsero in città e vi alloggiarono, ospiti dei Ritter, l’imperatore Francesco I d’Austria con la moglie Caterina Augusta.

Struttura dell’edificio e le modifiche nel tempo

Dell’edificio originale di piazza Municipio, oltre ai balconi sulla strada, rimangono solamente la loggia ionica sul giardino e la doppia scalinata di ispirazione veneta che porta al primo piano. L’edificio fu di fatto modificato dal nuovo proprietario Johann Christoph Ritter poco dopo il suo acquisto nel 1823.

Palazzo Attems Santa Croce, nel progetto originario, era strutturato secondo la logica palladiana: disposto ortogonalmente rispetto alla simmetria della facciata, aveva una pianta tripartita che contava, al primo piano, un salone per le feste e i ricevimenti. Il piano terra era costruito con un adrone che collegava la piazzetta Santa Croce alla corte interna e al parco, attraverso cui si sviluppava un passaggio pubblico utilizzato fino agli anni ‘30.

Dopo le modifiche di Ritter, il palazzo assume uno stile neoclassico, più confacente alla nuova classe sociale dei ricchi borghesi ed imprenditori emergenti. Vengono utilizzate forme architettoniche che ricordano figure geometriche semplici, tra le quali spicca il triangolo, a sottolineare l’autorevolezza e l’austerità di chi abitava l’edificio in confronto con il frivolo roccocò, adatto alla nobiltà settecentesca.

Oltre alla ricostruzione completa dello stabile si provvede anche alla costruzione di una nuova ala sinistra della corte interna e alla sistemazione del parco “all’inglese” con la realizzazione di una collinetta artificiale sovrastata da un belvedere di cui oggi rimane, tuttavia, solo il tempietto con colonne doriche nell’aiuola circolare nel mezzo della corte d’onore.

Nel mese di dicembre del 1907 il Consiglio Comunale di Gorizia prese in considerazione l’ipotesi di acquistare il Palazzo, gli annessi fabbricati rurali ed un parco di oltre due ettari per trasferirvi gli uffici municipali e dare così alla città di Gorizia una sede comunale di prestigio.

Dopo l’acquisto, gli uffici amministrativi vennero spostati nella nuova sede già l’anno successivo, mentre per l’attività del Consiglio Comunale fu mantenuto il palazzo di Corso Verdi fino alla realizzazione di una nuova ala, posta alla destra della corte interna dell’attuale Municipio, progettata dall’ingegner Renato Fornasari nel 1965. Nel 1957 venne ultimata l’ala sinistra per sistemarvi gli uffici anagrafici e tecnici che fino ad allora erano situati sul retro della Chiesa di Sant’Ignazio.

Subito dopo la prima guerra mondiale, sotto la direzione dell’ingegner Riccardo Del Neri, vennero rifatti la facciata e l’androne d’ingresso con nuovi rivestimenti in travertino e marmo di Aurisina e si realizzano nuovi accessi al vano scala. Vennero inoltre ridipinti gli interni al primo piano, dove, attualmente, del progetto originale rimane solo il parquet della Sala Bianca.

Il parco comunale

La storia del parco comunale si intreccia con quella dell’espansione urbanistica europea del XIX secolo, quando gli spazi verdi della città si sviluppavano quasi di pari passo con l’evoluzione politica e sociale della popolazione urbana.

Non tutti i tipi di giardini infatti erano uguali: alcuni erano costruiti per ospitarvi i ceti sfavoriti, come area di riposo per gli anziani o di gioco per i più piccoli, mentre altri erano veri e propri parchi che facevano da contorno alle ville di famiglia dei ricci borghesi.

A questa seconda categoria apparteneva anche il parco di Palazzo Attems fino al 1908, anno in cui diventò comunale (come altre aree verdi della città) a seguito di una donazione da parte dei ricchi cittadini.

La prima documentazione, rilevata dalla mappa del catasto austriaco, è del 1818: il parco occupava una superficie rettangolare alle spalle del Palazzo ed era costruito sul modello del giardino all’ italiana con la suddivisione in aiuole di forme geometriche. Il parterre era composto da aiuole circolari a settori, seguite da altre aiuole di forma quadrata o romboidale, che terminavano con piante disposte irregolarmente e denominate come “boschetti all’inglese”.

Nel 1820 la proprietà viene acquistata da Gian Cristoforo Ritter e il giardino diventa un ben più ampio parco completato da “un ampio terreno trattato a giardino ricco di piante esotiche”, come lo definisce una guida cittadina risalente a metà dell’Ottocento.

Nel nuovo impianto scompaiono le aiuole geometriche per fare spazio a sentieri curvi che circondano prati e boschetti irregolari, di influenza romantica. Viene però conservata la prospettiva settecentesca corrispondente all’ingresso del palazzo su piazza Municipio, l’atrio e la loggia per arrivare fino al lato opposto.

Per quanto riguarda le specie botaniche presenti, dall’Ottocento spicca la sequoia donata dal fedelmaresciallo Gyulai. Si vocifera che nel parco fossero conservate anche specie floreali pregiate contenute in vasi all’interno di strutture chiuse e non riscaldate dove le piante si adattavano alla vita artificiale.

L’entità esatta è ricavabile dal contratto preliminare del 1907, nel quale viene citato “il giardino con la grande serra e con la casettina”. Alcuni anni dopo, si rilevano anche il platano davanti alla palazzina e gli ippocastani vicino all’ingresso di via Cappuccini.

Il passaggio del parco a patrimonio pubblico ne determina una notevole riduzione della superficie, in quanto l’area viene notevolmente ridimensionata per fare spazio a nuove palazzine che diventeranno poi edifici pubblici.

Grazie alla lungimiranza della collettività e dell’amministrazione cittadina, all’inizio del Novecento si inizia a delineare un primo embrione di politica ambientale, che vede nell’ampliamento del verde pubblico una risorsa non solo per la bellezza della città ma anche per la salute dei cittadini.

Con il passare dei decenni e il progresso delle idee politiche e sociali, l’importanza assunta dalle aree verdi nell’urbanistica cittadina cresce a dismisura tanto che vengono messi in atto, dalle stesse pubbliche amministrazioni, servizi vivaistici per la conservazione e lo sviluppo delle aree pubbliche cittadine.

Personalmente ritengo che il municipio sia la casa dei cittadini e rappresenti lo specchio della città, per questo è importante che sia un edificio accessibile e all’avanguardia, dotato di servizi multimediali, a emissioni zero. L’auspicio per il prossimo futuro è che si possano portare avanti significativi interventi di adeguamento del Palazzo e di valorizzazione dell’importante patrimonio culturale e artistico che lo stesso racchiude.

Cosa ne pensate? Fatemelo sapere con un commento, sarò felice di rispondervi.

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