
Carissime lettrici e lettori bentornati per un nuovo articolo, quello del sabato diventerà un appuntamento fisso sul mio blog e sarà dedicato all’approfondimento di tematiche culturali, sociali e politiche. Per lo più saranno i reportage di eventi la colonna portante di questo appuntamento settimanale, ma non escludo, con il passare del tempo, di implementare questa sezione anche con altre tipologie di articoli.
La figura di Nazario Sauro e le vicende che lo videro protagonista, durante e anche dopo la sua vita, sono al centro del libro: “Nazario Sauro. Il Garibaldi dell’Istria”. Il volume è stato presentato a Gorizia nel pomeriggio di lunedì 20 marzo nella sede dell’ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) e non ho potuto fare a meno di partecipare dato che sono generalmente affascinato dalle grandi figure irredentiste italiane. Continuate a leggere l’articolo per sapere com’è andata e per conoscere alcune mie brevi considerazione in merito.

L’introduzione dell’evento è stata esposta con minuziosità da parte del presidente dell’ANVGD di Gorizia Maria Grazia Ziberna, che, con l’ausilio di diverso materiale video, ha esaurientemente inquadrato il contesto storico relativo ai fatti raccontati nel libro e ha anticipato alcune nozioni che sono poi state ulteriormente approfondite nel corso dell’incontro. Prima di lasciare la parola allo storico Lorenzo Salimbeni, la prof.ssa. Ziberna ne ha raccontato brevemente i tratti salienti del curriculum, fra le altre cose: giornalista pubblicista, ricercatore storico e direttore responsabile di “Difesa Adriatica. Nuova Serie”.
“Nazario Sauro. Il Garibaldi dell’Istria” è un titolo più che eloquente – ha affermato lo storico Salimbeni – ed è motivato dal fatto che Sauro fu un vero e proprio patriota irredentista, spinto da un’anima garibaldina che lo portò fin dai primi del ‘900 a toccare tutti i principali porti adriatici e, successivamente, a combattere per la libertà del popolo italiano.
In giovane età il patriota nativo dell’Istria fu vicino alle idee socialiste ma successivamente se ne distaccò, perché più affine agli ideali mazziniani e garibaldini. Una volta scoppiata la prima guerra mondiale, non vide di buon occhio i provvedimenti anti-italiani dell’impero austriaco e per non servire l’Austria emigrò in Italia, precisamente a Venezia, dove ebbe l’occasione di entrare in contatto con altri grandi irredentisti fra cui Cesare Battisti. Fu proprio in quel periodo che Sauro fornì alla Regia Marina Italiana delle importantissime informazioni militari sull’Austria, acquisite durante i suoi numerosi viaggi di lavoro.

Il testo vuole essere esauriente e completo – ha continuato Salimbeni -, così da esemplificare al lettore la figura di Sauro, ancor prima che come fervente irredentista, come uomo. Ed ecco quindi che lo storico ha raccontato un aneddoto relativo al terremoto della Marsica del 1915, tragica occasione in cui Nazario Sauro si prodigò assieme ad altri cittadini giuliani dalmati per fornire i primi aiuti nella ricostruzione e al soccorso della popolazione.
Particolarmente toccante il racconto della cattura di Sauro e della sua successiva impiccagione. Il tutto ebbe inizio nella notte tempestosa del 30 luglio del 1916, quando il sommergibile “Giacinto Pullino” si incagliò nello scoglio Gaiola. In quell’occasione, per evitare di mettere tutti i suoi compagni nei guai, Sauro si fece trovare dagli austriaci mentre tentava di raggiungere in solitudine la costa italiana con una battella. Non passò tanto tempo perché fosse riconosciuto e successivamente condannato all’impiccagione a causa della sua appartenenza al Regio Esercito Italiano e per le tante azioni compiute negli anni a discapito degli austro-ungarici. Così, il 10 agosto 1916, la sua condanna alla pena di morte fu eseguita tramite impiccagione nelle carceri militari di Pola.
L’irredentista però non trovò subito pace nel riposo eterno, gli austro-ungarici lo seppellirono nottetempo in un terreno sconsacrato e senza darne notizia per evitare che il luogo della sua sepoltura potesse divenire meta di pellegrinaggi. Fortunatamente, grazie all’aiuto di alcuni testimoni, nel 1919 la salma venne riesumata e poi sepolta con cerimonia solenne nel cimitero di Pola. Tuttavia la sepoltura di Sauro non fu ancora definitiva, al termine del secondo conflitto mondiale il territorio di Pola venne abbandonato dagli italiani che portarono via anche la salma dell’Irredentista, dal 9 marzo del 1947 riposa nel Tempio Votivo del Lido di Venezia.
Non senza nascondere una certa partecipazione, il dott. Salimbeni ha concluso la presentazione del libro con l’auspicio che il centenario della Grande Guerra possa essere una buona occasione per commemorare adeguatamente quello che fu uno dei più grandi irredentisti italiani, così da riscoprire la storia di un grande patriota nelle sue molteplici sfumature.


Conclusioni
Sono state tante e molto varie le vicissitudine raccontate durante la presentazione di “Nazario Sauro. Il Garibaldi dell’Istria”. In questo articolo ho ricordato quelle che a mio avviso sono state le più significanti e coinvolgenti. Non c’è dubbio che il libro, oramai scritto diversi anni fa dal giornalista capodistriano Ranieri Ponis, sia un bellissimo racconto delle più grandi imprese dell’Eroe della Marina Italiana e un grande plauso va sia all’ANVGD, per l’organizzazione di un incontro così interessante, che allo storico Salimbeni per la grandissima capacità di esposizione.
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Un ottimo resoconto, asciutto e preciso come sempre. Non condivido il giudizio espresso nel titolo, forse perchè Garibaldi ha regalato il Sud ai Savoia, mentre Sauro, non ha unificato l’Istria che era già unita sotto la corona Austriaca. Buon Lavoro e avanti così
Ciao Alberto, ti ringrazio per il tuo commento e mi auguro deciderai di continuare a seguire il mio blog. Entrando nel merito di quanto hai scritto, mi sento solo di aggiungere che moltissime delle persone che vivevano, come dici tu, sotto la corona austriaca in Istria, si sentivano ed erano italiani. Detto ciò, ti mando un caro saluto, alla prossima!
Complimenti per il davvero ottimo report
… Rudi
Buongiorno Rodolfo, sono davvero molto contento di questo tuo riscontro, un caro saluto.
Ciao Andrea, complimenti per l’articolo, la storia di Sauro e degli irredentisti, come a te, mi ha sempre molto affascinato.
Purtroppo molti nostri contarrei considerano questi eroi dei meri invasori che si sono meritati la massima pena.
A sentire loro tutti si sentivano austriaci e loro non hanno mai fatto nulla a discapito degli italiani.
E un’altra delle loro fantasmagoriche balle è che tanto a ribellarsi erano solo quei ” tre quatto che vi ostinate a ricordare”.
Peccato che omettano sempre una parte della storia.
Ma va bene così gli “italiofobi” si sentono jugoslavi, filo austriaci, l’importante è mai italiani.
Frutto di uma propaganda anti nazionale
Ciao Federico, ti ringrazio moltissimo per aver condiviso questa tua opinione poiché la reputo un grande valore aggiunto al mio reportage. Detto ciò, non posso che essere felice del fatto che tu abbia apprezzato questo mio articolo, continua a seguire il blog. Un caro saluto, a presto!