3 settembre. Quarant’anni dalla morte del generale Dalla Chiesa

Ricorre oggi il quarantesimo anniversario della morte del generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla criminalità organizzata il 3 settembre 1982.

Quella sera Dalla Chiesa, nominato prefetto del capoluogo siciliano appena quattro mesi prima, e sua moglie, Emanuela Setti Carraro, si trovavano a bordo di una Autobianchi A112 scortata dall’agente Domenico Russo. All’altezza di via Isidoro Carini a Palermo una motocicletta Honda e una BMW aprirono il fuoco contro l’auto della scorta e l’A112, colpendo a morte Dalla Chiesa e sua moglie. L’agente Russo morirà il 15 settembre.

Una vita, quella del generale Dalla Chiesa, dedicata alla lotta contro la mafia e il terrorismo delle Brigate Rosse, per l’affermazione dei valori della libertà e della giustizia. Un grandissimo esempio da non dimenticare.

“Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”.

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19 luglio. Trent’anni fa Borsellino ucciso dalla mafia

“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”

Non sono trascorsi nemmeno due mesi dalla morte di Giovanni Falcone quando, il 19 luglio 1992, la mafia torna a colpire. Nel mirino della criminalità organizzata, questa volta, è il magistrato Paolo Borsellino, ucciso a Palermo trent’anni fa.

L’attentato segue le stesse modalità della Strage di Capaci, con l’esplosione di circa 90 chili di tritolo contenuti in una Fiat 126 parcheggiata nei pressi della casa in cui vivono la madre e la sorella di Borsellino, in via D’Amelio.

Nella strage, oltre al magistrato, perdono la vita anche cinque agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Onore a Paolo Borsellino che, insieme a Giovanni Falcone, ha dedicato la vita alla lotta alla criminalità organizzata, impegnandosi per la democrazia, la giustizia e la libertà, valori che è importante trasmettere anche ai più giovani.

La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

Cosa ne pensate? Fatemi sapere la vostra opinione con un commento, vi risponderò molto volentieri.

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23 maggio. Strage di Capaci, trentesimo anniversario

Trent’anni fa, in un attentato, la mafia uccide il magistrato Giovanni Falcone.

Sono le 17:57 di sabato 23 maggio 1992, quando, a Capaci, circa 500 chili di tritolo vengono fatti esplodere a lato dell’autostrada A29. A seguito dell’esplosione, la Fiat Croma bianca guidata da Falcone si schianta contro un cumulo di detriti. Oltre al magistrato, nella strage perdono la vita anche sua moglie, Francesca Morvillo, e tre uomini della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, a bordo di un’altra auto travolta per prima dallo scoppio. Ventitré persone rimangono ferite.

Questa strage ha scritto una pagina indelebile nella storia del nostro Paese, una pagina che è importante ricordare per onorare il sacrificio di Falcone e di chi, come lui, si è battuto per la democrazia, la giustizia e la libertà dall’oppressione mafiosa, valori che non devono mai essere dimenticati.

La memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sarà sempre viva anche a Gorizia, che intitolerà loro il Parco Municipale.

A questa città vorrei dire: gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.”

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Antimafia. 29 anni fa ucciso Giovanni Falcone

Ricorre oggi il 29esimo anniversario della strage di Capaci nella quale furono uccisi, per mano della mafia, il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Alle 17:57 del 23 maggio 1992 circa 500 chili di tritolo furono fatti esplodere a lato dell’autostrada A29: il bilancio dell’attentato contò 5 morti e 23 feriti.

Onore ad uomo che ha dedicato la vita alla lotta alla criminalità organizzata, un grande esempio di dedizione e onestà per tutti noi. Il ricordo di Giovanni Falcone, così come di Paolo Borsellino e di tutti i servitori dello Stato vilmente colpiti negli attentati delle mafie, ci impegna a proseguire nella battaglia per la legalità affinché quei valori di coraggio, democrazia e ribellione civile all’oppressione mafiosa non possano essere dati per scontati o venire dimenticati.

“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.

Se vi va, lasciate un commento per farmi sapere cosa ne pensate, vi risponderò molto volentieri.

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Strage di via D’Amelio, in ricordo di Paolo Borsellino

Onore al magistrato ucciso dalla mafia 28 anni fa

Il 19 luglio 1992, a pochi mesi dalla morte di Giovanni Falcone, la strage di via D’Amelio, in cui furono uccisi il magistrato Paolo Borsellino e cinque uomini della sua scorta. Una vita dedicata alla giustizia e alla lotta alla mafia, un grandissimo esempio per ciascuno di noi 🇮🇹

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Strage di Capaci: onore a Giovanni Falcone

Il 23 maggio 1992 la strage in cui perse la vita il magistrato simbolo dell’antimafia

28 anni fa la strage di Capaci, in cui furono barbaramente uccisi il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e tre uomini della scorta.
Onore a quest’uomo che, insieme a Paolo Borsellino, ha pagato con la vita il suo costante impegno per lotta alla mafia. Un grandissimo esempio di onestà e di dedizione alla causa a cui tutti dovremmo ispirarci, sempre 🇮🇹

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