
Nelle giornate di questo particolare 2015 sono state organizzate decine di eventi in giro per l’Italia, molti di questi ricordano il centenario dalla grande guerra. Mi reputo molto fortunato perché nelle zone limitrofe a Gorizia ci sono moltissimi siti e località che tanto hanno da raccontare di quegli anni, così questa domenica ho deciso di fare una gita al Sacrario di Oslavia e sul Monte San Michele.
Tra sabato e domenica decine di centinaia di persone hanno visitato le stesse zone in cui sono stato, fortunatamente per me, questa domenica mattina non erano poi tantissime. Ho potuto godermi i monumenti, passeggiate e musei senza troppa calca e confusione. Complice la buon’ora della domenica mattina, la mia prima tappa l’ho fatta al Sacrario di Oslavia.
SACRARIO DI OSLAVIA
Prima un po’ di storia a riguardo.
Il Sacrario monumentale è stato eretto nel 1938, progettato dal romano Ghino Venturi. Si innalza a quota 153 m s.l.m., a Gorizia. L’accesso è anticipato da una possente gradinata di pietra con a lato numerose piante e alberi.
Il monumento è composto da un torrione centrale con cripta e da tre torri laterali che formano un triangolo. Le quattro torri sono collegate fra loro internamente con scalinate, corridoi e gallerie sotterranee.
I loculi dei Caduti noti sono disposti lungo le pareti dei tre ordini che si trovano all’interno della torre centrale, nonché lungo le pareti interne delle torri laterali; i Caduti ignoti sono tumulati collettivamente, in tre grandi ossari al centro delle torri laterali.
LA GITA
Per prima cosa ho fatto un giro per il bel giardino che circonda la struttura. Con l’ingresso al monumento di fronte mi sono recato sulla sinistra, qui ho trovato una grandissima campana, salvo poi scoprire essere stata donata nel 1959 da cittadini mutilati e combattenti di tutta Italia. La campana è stata denominata “Chiara” e con il suo suono richiama alla preghiera i viventi per i Caduti.

Di seguito mi sono recato verso l’ingresso della struttura, qui un volontario degli Alpini mi ha accolto e spiegato che è volontario di sabato e domenica, per permettere a chi vuole di accedere al monumento e di poterlo visitare.

L’emozione una volta entrato è stata fortissima. Se oggi posso pensare al mio futuro è anche grazie a queste persone che ora riposano ma che hanno combattuto, al costo della loro vita, anche per la mia libertà.
La prima targa è eloquente: qui riposano 57.200 ITALIANI e 539 AUSTRIACI.

Continuo visitando le stanze e i corridoi, dapprima il pianterreno e poi i piani più alti della struttura. Ce ne sono ben tre, più uno sotterraneo.
Non esagero nel dire che il “peso” della storia in luoghi come questi è palpabile. Gli ambienti debolmente illuminati portano il segno degli anni.
Dall’alto del terzo piano, dalla balconata più alta è possibile vedere nella sua interezza la sala principale dove si erige una grande croce di marmo scuro.
Dopo un po’ di scale e qualche corridoio, sono arrivato al piano sotterraneo. Devo dire il più cupo e silenzioso. Nel mezzo del piano sottoterra c’è un sarcofago di marmo, in cui sono custodite le Salme di 13 Caduti, decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Di seguito, girando per i corridoi, sono giunto in uno dei torrioni laterali in cui sono tumulati i Caduti ignoti.

Dopo alcune scale e dei corridoi, sono uscito per andare a scambiare qualche chiacchiera con l’Alpino volontario che inizialmente mi aveva accolto.
Nel frattempo è stato raggiunto da un collega a fargli compagnia.
Osserviamo insieme a malincuore che il posto è un po’ lasciato a se stesso, certo è robusto e resiste, ma con gravi problemi al tetto, probabilmente rotto dal vento.
Comunque mi auguro verrà presto rivalorizzato e curato, per rispetto di chi dentro vi riposa e per chi vorrà andare a visitare un frammento di memoria, che merita di essere mantenuto in modo più che dignitoso.
ALTRA DIREZIONE
Dopo qualche foto al panorama e un paio di gradini ho inserito nel GPS le coordinate del Monte San Michele, verso cui mi sono diretto.

LA ZONA MONUMENTALE DEL SAN MICHELE
Inizio col dire che di questa zona ne ho sempre sentito parlare, ma è la prima volta che sono andato a visitarla. Fra l’altro proprio il giorno prima ne hanno parlato in un servizio al telegiornale.
QUALCHE INFORMAZIONE
Il Monte San Michele è il monte più alto del Carso goriziano e venne conquistato dalle eroiche truppe italiane nell’agosto del 1916. È un’importantissima posizione dominante e venne ferocemente contesa agli Austro-Ungarici fin dal primo anno di guerra.
Su tutto il monte è presente un museo all’aperto, con tanto di indicazioni e riferimenti turistici. Una delle particolarità del posto è che il museo è situato proprio dove una volta c’era stato il campo di battaglia.
VISITA AL MUSEO, GALLERIA ITALIANA E ZONA SACRA
Come prima cosa sono stato all’interno del museo, il quale contiene cimeli bellici dell’epoca risalente alla grande guerra ed una ricca galleria fotografica, che documenta particolari momenti del conflitto. Vengono ricordate le vicende delle sei battaglie del San Michele e il raccapricciante episodio dell’attacco a sorpresa con i gas asfissianti del 26 giugno 1916.
Molto interessanti le istruzioni fornite ai soldati sull’impiego delle maschere antigas e raccontate con una suggestiva serie di fotografie.
Ci sono poi cartine, rappresentazioni in rilievo e documentazioni.
Infine ho apposto la firma del mio passaggio sul libro delle presenze e sono uscito.

Mi sono così recato alla Galleria Italiana. Davvero bellissima.
Aperta da poco al pubblico, in seguito a riqualificazione, è contrassegnata da una lastra di marmo, molto evocativa.
La galleria è molto profonda e scavata nella roccia, questa galleria è servita per lo schieramento di otto cannoni da 149/35 (sei cannoni rivolti verso Nord-Est e due rivolti verso Est.

Una volta terminata la visita nella galleria ho cominciato a camminare verso la cima del Monte San Michele, qui ho dovuto fare un po’ di slalom fra tanti turisti giunti in loco con le corriere. Scattata qualche foto e dopo aver camminato nelle trincee, mi sono diretto verso il piazzale osservatorio del S. Michele. Qui oltre allo splendido paesaggio ho trovato una raggiera d’orientamento che indica i punti più caratteristici del panorama.
CONCLUSIONI
Per essere stata una gita inaspettata, devo dire che ne sono molto soddisfatto. Ho potuto constatare che c’è molto interesse per i territori di Gorizia e inerenti alla Grande Guerra. Ho incontrato moltissimi italiani, ma anche molti turisti stranieri, soprattutto tedeschi e austriaci. Nel complesso anche la splendida giornata soleggiata ha aiutato.
L’unica nota negativa riguarda lo stato di degrado e di abbandono dei nostri monumenti e zone sacre, indice di quanto poco, chi ci governa, è interessato a mantenere salde la radici della nostra memoria.
Mi aspetto e pretendo molto di più, per quei monumenti e quelle località che commemorano le nostre eroiche fanterie e combattenti, che nel secolo scorso furono fedeli alla Patria.
Una risposta a "VISITA AL SACRARIO DI OSLAVIA E SUL MONTE SAN MICHELE 19 Aprile 2015"