Salve amici, in seguito alla lettura di questo articolo su Wired mi sono posto qualche domanda. In effetti fra tutti i modi esistenti per divulgare i propri messaggi, parrebbe che i social network siano molto apprezzati fra i politici nostrani.
Al giorno d’oggi se non hai un account su Facebook e non “metti nero su bianco” almeno un tweet al giorno sei una nullità.
Il successo dei social network è innegabile, dal 2004 in cui Facebook è stato lanciato e dal 2006 che ha visto nascere il fenomeno di Twitter, il modo di comunicare non è più stato lo stesso. È evidente che sono stati molti i fattori a permettere una divulgazione a macchia d’olio di questi strumenti. Sulla politica nostrana ha avuto forte influenza Barack Obama, che il web l’ha fortemente adoperato per risultare vittorioso alle tornate elettorali.
In sostanza anche in Italia non siamo stati a guardare, certo che molto è frutto di tanta imitazione, molto è studiato a tavolino e molto altro invece è sostanza. Dai comizi in piazza, dalle televisioni, radio e dai giornali si è quindi passati al web? Ai social network? La risposta a mio avviso è sì, restano però ancora fondamentali tutte quelle attività che in passato hanno contraddistinto la politica (mobilitazioni, convegni, incontri, dibattiti, porta a porta, ecc).
In sostanza rivolgerei anche a voi questa domanda: per interpellare il sempre più diversificato elettorato, la comunicazione della politica può basarsi esclusivamente sui social network?