
A nemmeno due mesi dalla strage di Capaci, il 19 luglio 1992 la criminalità organizzata torna a colpire. Vittima di un nuovo attentato è il magistrato Paolo Borsellino.
In via D’Amelio a Palermo, dove abitano la madre e la sorella di Borsellino, una Fiat 126 contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo salta in aria. Nell’attentato perdono la vita il magistrato e cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Insieme a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia, battendosi per la giustizia, la libertà e la democrazia. Un esempio di dedizione e onestà, che non dobbiamo dimenticare.
“L’impegno contro la mafia non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”.
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