Facebook cancella la politica dai suoi suggerimenti
L’annuncio è arrivato nientemeno che dall’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, durante la consueta presentazione trimestrale: stop alla raccomandazione di gruppi civici e politici, anche in linea con le regole, e meno contenuti su quei temi nelle newsfeed degli utenti.
L’AD di Facebook ha dettagliato le motivazioni dietro tale scelta: «Le persone non vogliono che la politica e il confronto aspro su quei temi prendano il sopravvento rispetto ai nostri servizi».
In un suo lungo post su Facebook, Zuckerber ha poi ammesso: “Abbiamo smesso di raccomandare gruppi civici e politici negli Stati Uniti prima delle elezioni. Continueremo ad affinare il meccanismo ma programmiamo di eliminarne i suggerimenti sul lungo periodo e di espandere globalmente la decisione“.
Sorge spontanea una domanda: la decisione riguarderà tutti oppure no?
Non sarà che a venire penalizzati saranno quei gruppi, movimenti e associazioni, che risultano indigesti poiché non allineati alla favola progressista tanto cara al popolare social? Chi decide cos’è politica e, ad esempio, cosa invece è volontariato o un’opinione? Qual è il limite per cui certe opinioni verranno suggerite e altre invece no?
Comunque, mentre il dibattito sulla censura politica non si placa e il 45° presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che vorrebbe tornare su Facebook, attende il verdetto di una supergiuria che deciderà se concedergli o meno la possibilità di ristabilire un legame social con i propri seguaci, ancora un volta sarà un algoritmo a decidere per noi cosa è bene e cosa invece non lo è.
Da qui un’ultima domanda: è giusto che la politica si adatti agli algoritmi, evitando temi che farebbero perdere engagement, oppure sarebbe il caso di normare il fenomeno prima che questa continua escalation orwelliana non sfugga di mano?
Se vi va scrivete un commento, mi farebbe piacere sapere voi cosa ne pensate a riguardo.