“Il Governo nazionale continua a rimanere sordo dinanzi alle richieste che arrivano dai nostri territori, oramai la situazione è fuori controllo e l’Isontino soffre per la numerosissima presenza di ungulati che devastano le coltivazioni e comportano gravi perdite economiche agli imprenditori agricoli. La Regione, i Comuni e le associazioni di categoria sono più volte andate in pressing nei confronti dell’Esecutivo nazionale ma, nonostante le tante parole del ministro all’agricoltura Bellanova, la volontà politica di risolvere il problema è sempre mancato”.
Lo affermano in una nota congiunta Diego Bernardis – consigliere regionale FVG, il vicesindaco del Comune di San Lorenzo Isontino, Flavio Pecorari, e Tomasella Andrea – consigliere comunale a Gorizia.
A tal proposito, gli esponenti del Carroccio aggiungono: “Solo pochi giorni fa si è svolta un’importante riunione a Cormons per affrontare questa tematica e l’assessore regionale Stefano Zannier ha confermato che la Regione ha ben chiara la situazione ma da Roma non ne vogliono sapere di una semplificazione delle norme. Chi oggi parla di indennizzi agli agricoltori evidentemente non conosce le necessità di chi lavora nei campi, nelle vigne, orti o frutteti. In primis, gli indennizzi non coprono la totalità dei danni che i cinghiali causano e in secondo luogo gli agricoltori gradiscono lavorare e vivere di quanto seminano e coltivano”.
“Le deroghe alla legge nazionale non sono più sufficienti, ormai si tratta di dare risposte legislative concrete a una situazione di emergenza che è divenuta cronica sul nostro territorio. Purtroppo, quando si parla di contenimento delle specie selvatiche, troppo spesso si continua ad essere ostaggio di un retaggio culturale che tratta i cacciatori come bracconieri. Non si può continuare ad affrontare la tematica in modo ideologico, occorre una cornice legislativa chiara entro cui muoversi per dare risposte concrete e poter garantire la migliore sicurezza individuale dei cittadini e lo svolgimento delle attività agricole” conclude la nota di Bernardis, Pecorari e Tomasella.