Terremoto 1976. Il dolore e la rinascita della comunità friulana

Ricorre oggi il quarantasettesimo anniversario del violento terremoto che, la sera del 6 maggio 1976, devastò l’Alto Friuli.

In poco meno di un minuto il sisma – di magnitudo 6,5 gradi della scala Richter – provocò circa mille morti e tremila feriti.

L’epicentro fu registrato tra Gemona e Artegna, ma ad essere coinvolti furono, in totale, 137 Comuni. Tra questi, numerosi paesi furono completamente distrutti dalla violenza del terremoto, che lasciò duecentomila persone senza casa.

Nonostante il momento drammatico, i cittadini si adoperarono fin da subito nelle operazioni di soccorso, accanto alle Forze Armate, agli Alpini, ai Vigili del Fuoco e alla neonata Protezione Civile regionale. La popolazione dimostrò, infatti, un forte senso di comunità, aspetto fondamentale per la rinascita dei territori colpiti dal sisma e dell’intera Regione.

L’esempio della ripartenza, guidata dal Commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, è noto come “modello Friuli”. “Prima le fabbriche, poi le case e infine le chiese”: seguendo quest’ordine, i paesi distrutti dall’Orcolat vennero ricostruiti esattamente com’erano prima di quella tragica notte.
Nel 1978 venne inaugurata anche l’Università di Udine.

In questa giornata, rivolgo un pensiero alle vittime del sisma, ai loro cari e a tutti coloro che hanno preso parte alla ricostruzione, diventando un importantissimo esempio per tutti noi.

Cosa ne pensate? Fatemi sapere la vostra opinione con un commento, vi risponderò molto volentieri.

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