
“Se possono farlo a me, possono farlo a chiunque”. Le parole del 45° presidente Usa, Donald Trump, oggi suonano quanto mai profetiche vista quanto è accaduto, e continua ad accadere, in materia di censura politica.
La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, in un recente incontro con la stampa, ha ammesso che “l’Amministrazione del Presidente Biden si sta assicurando che le piattaforme social siano a conoscenza di ciò che il Governo ritiene essere disinformazione”. Siamo sicuri che ciò basterà?
Dopo i gravi episodi di esclusione dalle piattaforme social operati nei confronti di Donald Trump e per le quali lo stesso ex presidente ha annunciato azioni legali verso Facebook, Twitter e Google, non accenna quindi a diminuire la volontà delle Big Tech di manipolare il dibattito politico e anche economico.
Non dimentichiamo che mentre la pandemia metteva in ginocchio micro, piccole e medie imprese, i colossi del web sono diventati invece ancora più ricchi e potenti, accrescendo di molto la possibilità di influenzare gli equilibri economici del mondo.
Fino a dove potrà spingersi lo strapotere, legittimato, dei Big Tech? Quanto ancora sarà concesso alle “Cinque Sorelle” di poter crescere senza che i Governi e le democrazie del mondo possano regolamentare il loro strapotere?
Personalmente ritengo che la libertà di espressione, garantita anche dalla nostra Costituzione, è un diritto fondamentale e la censura è un grave errore, poiché non fa altro che polarizzare posizioni già contrapposte e inasprire situazioni già di per sé complesse. La politica dovrebbe interrogarsi in tal senso, legiferare a livello transnazionale, in modo tempestivo e coordinato.
Voi che ne dite? Fatemi sapere la vostra opinione con un commento, vi risponderò molto volentieri.
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