Foibe. In ricordo degli italiani uccisi dal regime di Tito

Un dramma a lungo nascosto e negato: è quello vissuto dagli esuli giuliano dalmati e dagli infoibati durante il regime comunista del dittatore jugoslavo Josip Broz Tito.

Con l’occupazione dell’Istria, della Dalmazia e della Venezia Giulia da parte delle truppe partigiane comuniste di Tito, sul finire della Seconda guerra mondiale migliaia di persone furono costrette a lasciare la propria terra e la propria famiglia per sfuggire alla terribile condanna delle foibe. Nonostante ciò, nelle profonde cavità carsiche migliaia di persone furono infoibate e trovarono la morte poiché “colpevoli” di essere italiani.

Tra le vittime ci furono civili, militari, poliziotti e al loro sacrificio è dedicato il Giorno del Ricordo, che ricorre ogni anno, a partire dal 2004, il 10 febbraio. Tristemente note per queste vicende sono, tra le altre, le foibe di Monrupino e Basovizza a Trieste, oggi monumento nazionale e museo.

L’esercito jugoslavo occupò, dal 2 maggio al 12 giugno 1945, anche Gorizia. La Città ricorda le diverse centinaia di goriziani deportati in Jugoslavia con un lapidario nel Parco della Rimembranza. Al monumento già esistente, dedicato a 665 vittime del regime comunista jugoslavo, se ne aggiungerà un altro, sul quale verranno riportati ulteriori nomi recentemente scoperti.

Gorizia ha inoltre intitolato una via a Norma Cossetto, giovane studentessa torturata e uccisa il 5 ottobre 1943 dai partigiani comunisti di Tito, divenuta simbolo delle violenze perpetrate dal regime, un orrore che non deve più essere celato né dimenticato.

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